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Era metà luglio, le vetrine cominciavano a colorarsi con le tinte della scuola. Accanto a secchielli e palette, i colori vivaci di zainetti, astucci, quaderni, diari.

Primi di settembre. Di secchielli e palette, in vetrina, non se ne vedono più. L’esposizione è dominata dal corredo scolastico. Le spiagge si svuotano. La campanella sta per suonare. Le lezioni stanno per riprendere. Bentornati a scuola.

Di scuola si è occupato il Governo durante l’estate. Del suo futuro. Di edilizia scolastica. Di fondi per ristrutturare, ammodernare, mettere in sicurezza gli edifici. E di fondi per progettarne di nuovi. Un miliardo di euro messi a disposizione dai decreti firmati ad agosto dalla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che si aggiungono al miliardo e settecento milioni previsto nel programma nazionale triennale 2018-2020.

Il terremoto del 24 agosto 2016 ha danneggiato gravemente o distrutto le scuole del centro Italia facendo emergere la vulnerabilità delle strutture scolastiche, avviando un controllo generale sullo stato di salute delle scuole del paese. Il sisma di Ischia ha confermato la fragilità dei plessi scolastici. La scuola di Casamicciola, sottoposta un anno fa a lavori per l’adeguamento antisismico e risparmio energetico è stata dichiarata inagibile. Un milione e mezzo di euro, spesi per eseguire i lavori, non sono serviti ad assicurare agli studenti un regolare ritorno tra i banchi.

La vulnerabilità sismica delle nostre scuole è diventata un vero incubo per tanti italiani. I due terremoti hanno scosso la terra in estate, quando le scuole erano chiuse. Diversamente, i toni di queste riflessioni sarebbero stati molto più tragici. Per scacciare questi incubi, due voci specifiche dei fondi messi a disposizione dai decreti firmati da Fedeli: centocinque milioni di euro da investire in prevenzione, in indagini sulla tenuta antisismica delle scuole; trecento ventuno milioni per la manutenzione, per adeguare gli edifici alle norme antisismiche e metterli in sicurezza.

Quali edifici? Quali sono a rischio? Chi si deve preoccupare? “Sulla base delle informazioni in nostro possesso – afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola di Cittadinanzattiva – le verifiche sono state fatte solo in pochissimi casi. Dunque, i bambini e i ragazzi trascorrono ore in scuole di cui non si conosce la vulnerabilità sismica”.

Per le scuole italiane è giunto il momento di insegnare ai propri alunni che non si deve trascurare la sicurezza, che ci sono leggi in tema di antisismicità che vanno rispettate, che bisogna avviare lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico più o meno invasivi senza rinvii e senza sprechi, che questi interventi vengano assegnati a mani esperte, mani che utilizzino i fondi per scegliere gli operai migliori e i migliori materiali. Perché, casi come quelli di Casamicciola suscitano una reazione che d’istinto porta ad una domanda: “ma come li hanno fatto quei lavori? Una domanda che racchiude sospetti, delusione, rabbia. Qualcuno potrebbe avere la tentazione di provare anche rassegnazione. No, rassegnazione mai. Perché avrebbero vinto loro. Chi opera nel settore degli appalti pubblici deve farlo con piena fiducia a favore dell’onestà, rendendosi veicolo della diffusione della cultura della legalità. Rassegnazione mai.

Gli appalti che dovranno essere assegnati per l’adeguamento sismico degli edifici scolastici valgono la vita dei nostri figli e non possiamo non credere, non possiamo non pretendere, che vengano realizzati con criterio e coscienza. 

Per frequentare le scuole i nostri bambini devono essere vaccinati. Vacciniamo i piccoli contro le malattie. Vacciniamo le scuole contro i danni, le lesioni, i crolli dovuti ad eventi sismici o anche semplicemente alla scarsa manutenzione.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.