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Marco percorre quei ponteggi da settimane. L’impresa per la quale lavora ha ottenuto in subappalto la ristrutturazione del cavalcaferrovia. Marco è un operaio esperto. Con oltre vent’anni di esperienza. Un uomo attento. Indossa sempre i dispositivi di sicurezza personali prescritti per lo svolgimento delle proprie mansioni. Rispettoso delle regole. Ligio al dovere. Puntale. Preciso. Puntiglioso. Da qualche tempo sorride un po’ meno. Ma esegue sempre a regola d’arte la sua attività. Dispensa consigli ai più giovani. Li redarguisce se non prestano attenzione alla propria sicurezza e a quella dei colleghi. Ma ci sono pensieri che lacerano la sua solita goliardia. Cosa gli accade? Gliene ha parlato a Luca. È annuvolato dal fatto che non gli è stato concesso l’aumento di stipendio che gli avevano promesso. Ne ha bisogno. Un inderogabile bisogno. La nascita del terzo figlio. L’aumento dell’affitto. Il rincaro dei prezzi. La disoccupazione della moglie. È questa situazione che gli ha sopraffatto la mente quando è inciampato ed è caduto. Lo stanno portando in ospedale. Un volo di un paio di metri. Nulla di estremamente grave. Codice 2. Marco è fortunato. Si riprenderà in qualche settimana.

Nei primi tre mesi del 2023 sono state presentate all’INAIL 144.586 denunce di infortunio. 196 i casi di morte. Nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi, ovunque si lavori, c’è la concreta probabilità che possa verificarsi un infortunio o che possa insorgere una malattia professionale. Accade nel privato e accade nel pubblico. Accade nella realizzazione di lavori in esecuzione di un appalto pubblico.

Si è discusso tanto di sicurezza sul lavoro tra la fine di aprile e l’inizio di maggio per la quasi coincidenza di due ricorrenze: la Giornata Mondiale della Sicurezza e Salute sul lavoro del 28 aprile e la Festa dei Lavoratori del primo maggio.

“Per abbattere l’intollerabile numero di incidenti sul lavoro e malattie professionali è indispensabile consolidare ulteriormente la sinergia tra istituzioni, parti sociali, lavoratori e imprese” ha affermato il Presidente INAIL Franco Bettoni il 28 aprile. “La sicurezza nei luoghi di lavoro è un diritto, una necessità, assicurarla un dovere inderogabile”, ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla vigilia delle celebrazioni del primo maggio.

Fin qui i propositi. Poi, c’è la realtà. La fisionomia del tessuto industriale italiano è caratterizzata da imprese piccole e piccolissime. Una frammentazione che gioca a discapito della sicurezza e della dignità del lavoro. Le grandi realtà aziendali puntano sulla notorietà del marchio. Investono nell’identificazione del proprio nome con valori come la parità di genere, la sicurezza, il salario equo. Si adoperano per certificare il proprio impegno. Per le piccole imprese è diverso. Sono in gran parte estranee a tali logiche, e non riescono a essere garanti di parità, equità, sicurezza. Sono sottoposte a un sistema di controlli e di incombenze che spesso sfuggono alle disposizioni normative. I controlli non sono sufficienti ed efficienti. C’è scarsa disponibilità di ispettori e medici del lavoro.

È proprio su questo sottobosco fatto di micro imprese che si focalizza l’attenzione di chi sostiene che il nuovo Codice degli Appalti non collima con il dovere di diffondere cultura della sicurezza. Il timore che si moltiplichino eventi similari a quello di Marco (personaggio di fantasia di una reale situazione di vita) si sta acutizzando perché, come ha spiegato il deputato M5S Agostino Santillo, in occasione del forum organizzato dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, in nome della celerità delle procedure, si rischia di non di prestare le giuste attenzioni “ai temi dei subappalti e dell’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti”. Per Santillo “affidare direttamente un incarico non significa semplificare la procedura, ma saltare un passaggio fondamentale come quello della gara aperta che può portare alla scelta del miglior rapporto qualità prezzo per l’Ente pubblico”. In merito ai subappalti a cascata afferma che si tratta di un sistema con il quale sarà impossibile tutelare i diritti dei lavoratori”. Sulla stessa linea il Segretario Generale della Filcams Fabrizio Russo: “Il testo varato dal Governo […] indebolisce l’impianto normativo complessivo con conseguenze gravi per la tutela del lavoro, della legalità e della salute e sicurezza”.

Uno studio dell’European Agency for Safety and Health at Work, ha dimostrato che l’incidenza degli infortuni nelle piccole imprese è dell’82%, del 90% il dato relativo agli incidenti mortali. Chi si oppone ai meccanismi del nuovo codice (allargamento delle soglie e subappalti a cascata), in sostanza, contesta la premialità che va a favore di situazioni poco trasparenti.

Con la scarsa attenzione alla prevenzione dei rischi, sotto accusa anche ritmi estenuanti e bassi salari. Altri fattori che incidono sulla sicurezza. Non è sufficiente il rispetto degli obblighi previsti dal d.lgs. 81/2008 per salvaguardare salute e sicurezza dei lavoratori. Un luogo di lavoro può essere perfettamente in regola e diventare, suo malgrado, teatro di tragedie. La sicurezza sul lavoro si realizza anche con la tutela di un salario dignitoso e con il rispetto di turni e ritmi di lavoro adeguati. Promuovendo serenità nel lavoratore. Spesso l’incidente accade quando non si presta attenzione a quanto si sta facendo. Non inserire il freno a mano al mezzo con il quale si sta lavorando e finire schiacciati dallo stesso mezzo è la conseguenza di una disattenzione che può essere generata dalla stanchezza, dalla fretta, da un disagio, dal malcontento.

La stanchezza è foriera di distrazioni. L’assillo di una paga non sufficiente germina una frustrazione che può indurre a svolgere con superficialità le proprie mansioni. Era distratto da questo pensiero il nostro Marco quando è inciampato.

L’affidamento diretto o il subappalto non sono per natura nocivi alla salute del lavoratore. Lo sono gli scarsi investimenti delle istituzioni nella fase di controllo. Di controlli sulla sicurezza, sul rispetto dei contratti, sul lavoro sommerso. “Bisogna assumere più ispettori e medici del lavoro” ha dichiarato il Segretario Generale della CISL Luigi Sbarra. Ancora prima della fase dei controlli è la scarsa attenzione che alcune piccole e micro imprese hanno per la formazione, la prevenzione, la tutela dei diritti dei lavoratori che contribuiscono a satollare lo scenario di nefaste previsioni. Perché si possa arrivare a mettere in archivio polemiche e contestazioni in tema di sicurezza sul lavoro e di diritti dei lavoratori, perché dalle pagine di cronaca e da quelle dei necrologi possano sparire i nomi di lavoratrici e lavoratori caduti durante lo svolgimento della propria attività, si deve partire dalla diffusione della cultura della sicurezza.

In tale direzione i propositi dell’INAIL che per voce del Presidente Franco Bettoni afferma: “La cultura della sicurezza è un bene che non deve essere coltivato e alimentato esclusivamente all’interno del perimetro aziendale, ma in ogni ambito di vita. È così che la cultura della sicurezza tende a identificarsi con la cultura del rispetto. Rispetto di sé stessi, degli altri, delle regole, dei doveri, delle responsabilità, dell’ambiente. Per un mondo del lavoro più sicuro e dignitoso, l’attività formativa deve ricoprire, a partire dal mondo della scuola, un ruolo centrale ed essere considerata, oltre che obbligo giuridico, un processo educativo e una misura generale di tutela”.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.