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“Una legge dovrebbe essere semplice, chiara e facilmente applicabile da tutti, cittadini ed autorità preposte”. Lo scrive il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Civitavecchia Gianfranco Amendola in tema di tutela ambientale, in un articolo pubblicato sulla rivista Ambiente & Sicurezza sul Lavoro. Un’affermazione che non può essere confinata ad un settore in particolare ma che deve essere caposaldo di qualsiasi ambito. In questa ottica si muove da tempo il legislatore in materia di appalti pubblici. Semplificazione e trasparenza sono i principi di riferimento per rendere il settore più snello, accessibile e pulito.

Nei primi giorni del 2015 in Commissione Lavori Pubblici del Senato è approdato il disegno di legge che delega il Governo ad adeguarsi alle direttive europee che trattano di appalti pubblici. Diversi sono gli aspetti oggetto dell’allineamento. Tra le finalità si legge espressamente la “razionalizzazione del quadro normativo nelle materie degli appalti pubblici e delle concessioni al fine di conseguire un maggiore livello di certezza del diritto e di semplificazione dei procedimenti”. Amendola apriva l’articolo citato in precedenza affermando che “più passa il tempo e più peggiora la qualità delle nostre leggi”. La realtà è che il lavoro del legislatore sembra non essere mai completo e definitivo. La legge viene prodotta già con incognite e incertezze che qualcun altro dovrà poi chiarire e rendere applicabile con ulteriori interventi. Amendola parla di “eccezioni, distinguo, richiami incomprensibili, rinvii ecc., inseriti a seconda del momento e senza alcun riguardo ad un disegno organico ed unitario”. È un modus operandi scritto nel DNA del nostro sistema legislativo. Tanto che nel procedimento di esercizio della delega legislativa all’art. 4 si scrive che “entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 1 possono essere emanate disposizioni correttive ed integrative nel rispetto delle medesime procedure previste per l’adozione del decreto legislativo attuativo della delega di cui al presente articolo e in base ai medesimi principi e criteri direttivi”. Perché? Perché partire già sapendo che servirà il lavoro di qualcun altro per completare il proprio? Non sarebbe più semplice e sensato chiudere la partita in una sola sede? Perché demandare, accumulando materiale normativo, accumulando ritardi? Perché creare dispersione, disorientare i non addetti ai lavori?

La legge non ammette ignoranza. I cittadini sono tenuti a conoscerla. Ma spesso è la legge che non si vuol fare conoscere. Tutti dovremmo essere in grado di leggere e comprendere la norma e invece abbiamo bisogno di rivolgerci ad un professionista perché ci fornisca una traduzione in italiano. Pensiamo agli imprenditori che magari non sono passati per la facoltà di Giurisprudenza che hanno tra le mani un bando di gara, che devono divincolarsi tra tutte le norme alle quali si fa riferimento. Non hanno scampo. Avranno bisogno di alzare la cornetta e chiedere appuntamento al consulente di fiducia. È davvero così difficile la semplicità?

“Genio è l’uomo capace di dire cose profonde in modo semplice” diceva Charles Bukowski. Abbiamo bisogni di genialità. Ma forse basterebbe anche solo un pizzico di buon senso. Di buon senso perché un testo di facile lettura e comprensione è un punto a favore della certezza del diritto. Su Treccani.it alla voce “certezza del diritto” è scritto quanto segue: “Principio in base al quale ogni persona deve essere posta in condizione di valutare e prevedere, in base alle norme generali dell’ordinamento, le conseguenze giuridiche della propria condotta, e che costituisce un valore al quale lo Stato deve tendere per garantire la libertà dell’individuo e l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge”.

L’Europa chiede all’Italia di uniformarsi ad un insieme di regole che renderanno più semplice, accessibile, trasparente e certo il settore degli appalti pubblici. Adeguamenti di cui, in parte, si parla in questo numero di Mediappalti e di cui si parlerà nei prossimi mesi. Il nostro Governo ha tempo fino al 18 aprile 2016 per uniformarsi all’Unione in tema di appalti. Il 18 febbraio è invece il termine fissato per l’approvazione del nuovo Codice degli Appalti.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.