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La famiglia si ritrovò a tavola per pranzo. Quel giorno mamma e papà avrebbero fatto un annuncio importante. Il signor Rossi aveva accettato un nuovo lavoro. Una novità che avrebbe modificato drasticamente tutte le abitudini dell’intero nucleo familiare. I figli accolsero con entusiasmo la notizia del nuovo impiego del genitore. Con profonda perplessità si approcciarono al cambiamento di una routine ormai consolidata. Il papà non sarebbe stato a pranzo con loro in settimana, sarebbe uscito di casa presto ogni mattina e non li avrebbe potuti accompagnare a scuola. Come credete che possiamo organizzarci per cogliere nel migliore dei modi questa novità? Chiese la mamma. Ognuno fece le sue proposte. Si giunse a una nuova organizzazione della vita familiare. E tutti ne furono soddisfatti.

I signori Rossi hanno deciso di dialogare con i loro figli per cercare insieme una soluzione ai tanti cambiamenti che si stavano proponendo per il futuro. I figli, coinvolti e responsabilizzati, hanno reagito con grande maturità. Se tutte le decisioni fossero state imposte dai genitori, senza preavviso e senza coinvolgimento, quell’imposizione radicale e improvvisa sarebbe stata origine di malcontento e incomprensioni. Avrebbe disorientato i ragazzi. Ci sarebbero state ripercussioni sulla vita familiare, sul rendimento scolastico. Tutta la serenità familiare sarebbe stata compromessa.

La vita è fatta di un perpetuo sovrapporsi di cambiamenti. Gran parte del cambiamento avviene nell’invisibilità del costante alternarsi di tanti piccoli eventi che, come la famosa goccia che scava la pietra, finiscono per cambiare le situazioni senza che ce ne accorgiamo. Alcuni, pochi, cambiamenti sono dovuti a eventi traumatici o decisioni drastiche.

Quest’ultima tipologia di cambiamento può essere migliorativa o indolore se si è preparati alla virata. Se si ha consapevolezza di quanto sta per accadere. Se non c’è imposizione ma mediazione. Se c’è un confronto.

È proprio l’assenza di un confronto, invece, che più attori lamentano in tema di approvazione del nuovo Codice dei Lavori Pubblici. Un confronto che sarebbe stato necessario dinanzi all’avvento di un cambiamento di tale portata. “Il nuovo Codice – afferma Federica Brancaccio, Presidente dell’Ance – sconta un errore di metodo, che è forse all’origine tra principi annunciati e norme di attuazione: è stato redatto senza un adeguato confronto con chi con questo Codice deve lavorare”.

Entro il 31 marzo sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale un documento che dovrebbe contenere disposizioni durevoli, in grado di governare un settore strategico, delicato e pieno di insidie, per tempi lunghi. Una chiave di volta per l’economia, lo sviluppo, il benessere dell’intero paese. Gli appalti pubblici offrono opportunità di lavoro a tante imprese, rappresentano la base essenziale e necessaria per lo sviluppo di territori e comunità, devono essere garanti della diffusione di un benessere sociale collettivo.  

Un Codice non può non essere il risultato di un lavoro di equipe che coinvolga legislatori, giuristi e tecnici. Se dovessi rappresentarlo con una illustrazione, lo tratteggerei con le sembianze di un monolite. Un unico blocco di pietra, pesante, immobile, retto e inscalfibile. Un’immagine che non può essere associata al Codice del 2016, nato con così tante e gravi insufficienze che ne hanno segnato il rapido declino senza mai essere pienamente applicato e applicabile. Le conseguenze furono drammatiche. Stazioni appaltanti e imprese dovettero “subire” quel codice talmente ostico che furono in molti ad approcciarlo con una diffidenza e ritrosia che determinò un crollo dei lavori pubblici. Non ci si può permettere lo stesso errore. “Dobbiamo evitare cosa è successo nel 2016, una mannaia imposta senza possibilità di un confronto, altrimenti lo shock normativo è una certezza”, ha detto la Presidente Ance.

C’è un’idea diffusa sul come evitare gli errori del passato: far slittare l’entrata in vigore del Codice al gennaio 2024 per avere a disposizione un tempo entro il quale correggerne le criticità. “Un’immediata entrata in vigore del nuovo codice dei contratti pubblici potrebbe portare a delle difficoltà gestionali e rischiare di rallentare anche l’avvio di tante opere previste con finanziamenti PNNR”, ha affermato la Presidente di UNIONSOA Tiziana Carpinello intervenendo all’audizione tenutasi in Commissione Ambiente alla Camera, nell’ambito dello Schema di Decreto legislativo recante codice dei contratti pubblici.                                        

Abbiamo tra le mani un documento epocale che però, al momento, contiene punti critici che conviene smussare prima che diventino operativi. Basta avere piena coscienza di questo e ammettere che solo grazie all’aiuto di chi ha esperienza nel settore è possibile trovare correttivi adeguati e tempestivi, per accettare il fatto che un confronto è necessario.

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Dott. Enzo de Gennaro
Direttore Responsabile
mediagraphic assistenza tecnico legale e soluzioni per l'innovazione p.a.